Curiosità sulla Befana
LA BEFANA PER NOI
La Befana è una vecchietta che vola su una scopa; porta uno scialle sulla testa e i suoi abiti scuri sono strappati e sporchi di fuliggine, perché per entrare nelle case si cala giù dal camino. Questa vecchina, la notte del 5 Gennaio, quando le persone dormono, porta doni ai bambini: bambole, macchinine, libri, giochi vari e dolciumi. Se qualcuno è stato disubbidiente, troverà carbone, cenere, cipolle, aglio. Una settimana prima della festa, i bambini cercano di fare i "buoni" e la sera prima preparano la calza appesa al camino e vanno a letto presto.
Sono emozionati, curiosi di vedere il loro regalo, ansiosi per l'arrivo della Befana e talvolta, un po' impauriti.
Il giorno della festa sono allegri, contenti del regalo ricevuto o un po' delusi perché non sono stati accontentati e per il carbone che nelle calze non manca mai.
Molti bambini credono che la Befana sia la moglie di Babbo Natale e che abiti al Polo Sud, mentre il marito vive al Polo Nord. Babbo Natale non sempre riesce ad accontentare i desideri dei bambini e a questo cerca di rimediare la Befana.
Qualche bambino pensa che la Befana esista veramente, cerca di immaginarla e la aspetta con ansia; alcuni non ci credono e pensano che sia la mamma a mettere i regali nelle calze, però fanno finta di non saperlo. Nel nostro paese, l'Amministrazione Comunale ogni anno organizza una piccola festa: una signora vestita da Befana distribuisce a tutti i bambini un pacco di cioccolatini, caramelle, quaderni, matite, penne e gomme.
LA LEGGENDA DELLA BEFANA
Un giorno, i Re Magi partirono carichi di doni (oro, incenso e mirra) per Gesù Bambino.
Attraversarono molti paesi guidati da una stella, e in ogni luogo in cui passavano, gli abitanti accorrevano per conoscerli e unirsi a loro.
Ci fu solamente una vecchietta che in un primo tempo voleva andare, ma all’ultimo minuto cambiò idea, rifiutandosi di seguirli.
Il giorno dopo, pentita, cercò di raggiungere i Re Magi, che però erano già troppo lontani.
Per questo la vecchina non vide Gesù Bambino, né quella volta né mai.
Da allora ella, nella notte fra il cinque e il sei Gennaio, volando su una scopa con un sacco sulle spalle, passa per le case a portare ai bambini buoni i doni che non ha dato a Gesù.
LE NOSTRE RICERCHE SULLA FESTA DELLA BEFANA
La Befana si festeggia il giorno dell’Epifania, una festa religiosa che ricorre il sei Gennaio e ricorda la visita dei Re Magi a Gesù Bambino.
Tre re, Melchiorre, Baldassarre e Gaspare, partirono da paesi diversi, forse la Nubia, la Godolia e Tharsis, per portare doni a Gesù: oro, incenso e mirra.
Si incontrarono vicino a Gerusalemme e, pur parlando lingue diverse, si compresero e si accorsero di avere la stessa meta; così proseguirono il viaggio insieme.
Giunti alla grotta offrirono a Gesù i loro doni, lo adorarono e ripartirono.
DOVE E QUANDO È NATA LA BEFANA
Non si sa in quale città o regione italiana sia "nata" la Befana, ma di essa si è incominciato a parlare nel milleduecento.
Da allora, questa festa è diventata una delle più importanti e attese dai bambini.
La Befana è una vecchietta brutta e arcigna che intimorisce i bambini e nello stesso tempo è una vecchietta di buon cuore che porta doni ai bambini buoni.
Forse, la vecchietta rappresenta l’anno vecchio che, dopo le feste del periodo natalizio, se ne va lasciando dei doni.
A questo proposito esiste ancora un detto:
"L’Epifania tutte le feste porta via".
PERCHÈ SI CHIAMA BEFANA
Il suo nome deriva da Epifania, trasformato poi in "Beffania" per ricordare la "Strega di Beffania" che volava sui tetti delle case in quella notte. Col passare del tempo perse le lettere "f" ed "i" e diventò Befana.
LA BEFANA AL TEMPO DEI NONNI
Al tempo dei nostri nonni nelle case si aspettava la Befana appendendo al camino una calza di lana fatta a mano con i ferri dalle mamme o dalle nonne. Essi, da piccoli, credevano molto alla Befana; le scrivevano una lettera esprimendo i loro desideri che, per lo più, non venivano esauditi perché c'era molta povertà. Quando arrivavano i doni della Befana, tutti i bambini erano molto contenti perché era l'unica festa in cui ricevevano dolciumi.
Nella calza i bambini trovavano poca roba: qualche mandarino, caramelle di orzo fatte in casa, castagne, noci e lupini; essi sapevano che dovevano essere buoni almeno due mesi prima della festività, altrimenti avrebbero ricevuto carbone, cenere, cipolla, aglio e carote.
Nella calza non si trovavano giocattoli, se non bamboline di stoffa cucite dalle mamme o dalle nonne. Non si preparavano piatti particolari in quel giorno, ma in alcune famiglie ci si riuniva per mangiare castagne, noci e frittelle. In occasione di questa festa, in alcuni paesi venivano dati dei buoni alle famiglie più bisognose per prendere le cose più necessarie, come pane, pasta, zucchero,...
Richiesta a furor di popolo, dopo qualche anno di ingiusto esilio, la ricorrenza della Befana ritorna il 6 gennaio a mettere fine al ciclo dei dodici giorni successivi al Natale.
Nella più pura tradizione popolare Italiana la befana, scende nelle case attraverso le cappe dei camini, che simbolicamente raffigurano un punto di comunicazione tra la terra e il cielo e distribuisce due tipi di doni: quelli buoni che sono il presagio di buone novità della stagione che verrà e il carbone, che, invece, è il residuo del passato.
"La Befana ha portato un po’ di carbone perché siete stati un po’ cattivi , però, ha portato anche i dolci perché dovete essere buoni": erano queste le frasi che accompagnavano la mattina l’apertura delle calze dove, immancabilmente tra dolci, e fichi secchi, trovavano posto, oltre al carbone, anche cipolle, castagne, patate, mele, noci, noccioli e altri prodotti della terra.
Nella Befana si possono trovare, dunque, i presagi delle buone novità della primavera, la stagione da tutti attesa. Essi sono simboleggiati dai doni infilati nella calza di lana (un indumento, non scelto a caso, e, peraltro, fondamentale, nelle campagne, per affrontare il cammino e il lavoro dell’anno nuovo)
Oltre che in Italia troviamo il culto della Befana in varie parti del mondo: dalla Persia alla Normandia, dalla Russia all’Africa del Nord.
In tale culto, molti, rintracciano il mito della Dea genitrice primordiale, signora della vita e della morte, della rigenerazione della Natura.
Per altri, nella sua figura, la Befana riassume l’immagine della Dea antenata custode del focolare, luogo sacro della casa. E non è un caso se si serve, proprio dei camini, per introdurre l’ allegria nelle case, svolazzando con la sua fantastica scopa.
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LA BEFANA PER NOI
La Befana è una vecchietta che vola su una scopa; porta uno scialle sulla testa e i suoi abiti scuri sono strappati e sporchi di fuliggine, perché per entrare nelle case si cala giù dal camino. Questa vecchina, la notte del 5 Gennaio, quando le persone dormono, porta doni ai bambini: bambole, macchinine, libri, giochi vari e dolciumi. Se qualcuno è stato disubbidiente, troverà carbone, cenere, cipolle, aglio. Una settimana prima della festa, i bambini cercano di fare i "buoni" e la sera prima preparano la calza appesa al camino e vanno a letto presto.
Sono emozionati, curiosi di vedere il loro regalo, ansiosi per l'arrivo della Befana e talvolta, un po' impauriti.
Il giorno della festa sono allegri, contenti del regalo ricevuto o un po' delusi perché non sono stati accontentati e per il carbone che nelle calze non manca mai.
Molti bambini credono che la Befana sia la moglie di Babbo Natale e che abiti al Polo Sud, mentre il marito vive al Polo Nord. Babbo Natale non sempre riesce ad accontentare i desideri dei bambini e a questo cerca di rimediare la Befana.
Qualche bambino pensa che la Befana esista veramente, cerca di immaginarla e la aspetta con ansia; alcuni non ci credono e pensano che sia la mamma a mettere i regali nelle calze, però fanno finta di non saperlo. Nel nostro paese, l'Amministrazione Comunale ogni anno organizza una piccola festa: una signora vestita da Befana distribuisce a tutti i bambini un pacco di cioccolatini, caramelle, quaderni, matite, penne e gomme.
LA LEGGENDA DELLA BEFANA
Un giorno, i Re Magi partirono carichi di doni (oro, incenso e mirra) per Gesù Bambino.
Attraversarono molti paesi guidati da una stella, e in ogni luogo in cui passavano, gli abitanti accorrevano per conoscerli e unirsi a loro.
Ci fu solamente una vecchietta che in un primo tempo voleva andare, ma all’ultimo minuto cambiò idea, rifiutandosi di seguirli.
Il giorno dopo, pentita, cercò di raggiungere i Re Magi, che però erano già troppo lontani.
Per questo la vecchina non vide Gesù Bambino, né quella volta né mai.
Da allora ella, nella notte fra il cinque e il sei Gennaio, volando su una scopa con un sacco sulle spalle, passa per le case a portare ai bambini buoni i doni che non ha dato a Gesù.
LE NOSTRE RICERCHE SULLA FESTA DELLA BEFANA
La Befana si festeggia il giorno dell’Epifania, una festa religiosa che ricorre il sei Gennaio e ricorda la visita dei Re Magi a Gesù Bambino.
Tre re, Melchiorre, Baldassarre e Gaspare, partirono da paesi diversi, forse la Nubia, la Godolia e Tharsis, per portare doni a Gesù: oro, incenso e mirra.
Si incontrarono vicino a Gerusalemme e, pur parlando lingue diverse, si compresero e si accorsero di avere la stessa meta; così proseguirono il viaggio insieme.
Giunti alla grotta offrirono a Gesù i loro doni, lo adorarono e ripartirono.
DOVE E QUANDO È NATA LA BEFANA
Non si sa in quale città o regione italiana sia "nata" la Befana, ma di essa si è incominciato a parlare nel milleduecento.
Da allora, questa festa è diventata una delle più importanti e attese dai bambini.
La Befana è una vecchietta brutta e arcigna che intimorisce i bambini e nello stesso tempo è una vecchietta di buon cuore che porta doni ai bambini buoni.
Forse, la vecchietta rappresenta l’anno vecchio che, dopo le feste del periodo natalizio, se ne va lasciando dei doni.
A questo proposito esiste ancora un detto:
"L’Epifania tutte le feste porta via".
PERCHÈ SI CHIAMA BEFANA
Il suo nome deriva da Epifania, trasformato poi in "Beffania" per ricordare la "Strega di Beffania" che volava sui tetti delle case in quella notte. Col passare del tempo perse le lettere "f" ed "i" e diventò Befana.
LA BEFANA AL TEMPO DEI NONNI
Al tempo dei nostri nonni nelle case si aspettava la Befana appendendo al camino una calza di lana fatta a mano con i ferri dalle mamme o dalle nonne. Essi, da piccoli, credevano molto alla Befana; le scrivevano una lettera esprimendo i loro desideri che, per lo più, non venivano esauditi perché c'era molta povertà. Quando arrivavano i doni della Befana, tutti i bambini erano molto contenti perché era l'unica festa in cui ricevevano dolciumi.
Nella calza i bambini trovavano poca roba: qualche mandarino, caramelle di orzo fatte in casa, castagne, noci e lupini; essi sapevano che dovevano essere buoni almeno due mesi prima della festività, altrimenti avrebbero ricevuto carbone, cenere, cipolla, aglio e carote.
Nella calza non si trovavano giocattoli, se non bamboline di stoffa cucite dalle mamme o dalle nonne. Non si preparavano piatti particolari in quel giorno, ma in alcune famiglie ci si riuniva per mangiare castagne, noci e frittelle. In occasione di questa festa, in alcuni paesi venivano dati dei buoni alle famiglie più bisognose per prendere le cose più necessarie, come pane, pasta, zucchero,...
Richiesta a furor di popolo, dopo qualche anno di ingiusto esilio, la ricorrenza della Befana ritorna il 6 gennaio a mettere fine al ciclo dei dodici giorni successivi al Natale.
Nella più pura tradizione popolare Italiana la befana, scende nelle case attraverso le cappe dei camini, che simbolicamente raffigurano un punto di comunicazione tra la terra e il cielo e distribuisce due tipi di doni: quelli buoni che sono il presagio di buone novità della stagione che verrà e il carbone, che, invece, è il residuo del passato.
"La Befana ha portato un po’ di carbone perché siete stati un po’ cattivi , però, ha portato anche i dolci perché dovete essere buoni": erano queste le frasi che accompagnavano la mattina l’apertura delle calze dove, immancabilmente tra dolci, e fichi secchi, trovavano posto, oltre al carbone, anche cipolle, castagne, patate, mele, noci, noccioli e altri prodotti della terra.
Nella Befana si possono trovare, dunque, i presagi delle buone novità della primavera, la stagione da tutti attesa. Essi sono simboleggiati dai doni infilati nella calza di lana (un indumento, non scelto a caso, e, peraltro, fondamentale, nelle campagne, per affrontare il cammino e il lavoro dell’anno nuovo)
Oltre che in Italia troviamo il culto della Befana in varie parti del mondo: dalla Persia alla Normandia, dalla Russia all’Africa del Nord.
In tale culto, molti, rintracciano il mito della Dea genitrice primordiale, signora della vita e della morte, della rigenerazione della Natura.
Per altri, nella sua figura, la Befana riassume l’immagine della Dea antenata custode del focolare, luogo sacro della casa. E non è un caso se si serve, proprio dei camini, per introdurre l’ allegria nelle case, svolazzando con la sua fantastica scopa.
PUGLIA D'AMARE Quotidiano d’informazione
direttora Crescenza Caradonna
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